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L’attesa nell’adozione: un viaggio di speranza e frustrazione.

Ciao Emilia,

ti invio la nostra testimonianza .

 

 L’attesa dell’adozione: un viaggio di speranza e frustrazione.

Sono passati anni da quando abbiamo iniziato il nostro percorso verso l’adozione al tribunale dei minori di Genova.

 Ogni giorno è un mix di emozioni contrastanti: la speranza di ricevere finalmente quella chiamata tanto attesa dal tribunale e la frustrazione di vedere il tempo scorrere senza novità. Ogni mattina ci svegliamo con il pensiero che oggi potrebbe essere il giorno in cui il nostro sogno si avvererà. Immaginiamo come sarà la nostra vita con il nostro bambino o bambini, le risate, i giochi, i viaggi e la quotidianità . Ci troviamo spesso a fantasticare su come sarà il primo incontro, su come ci sentiremo quando finalmente potremo abbracciare nostro figlio o nostra figlia. Queste fantasie ci danno la forza di andare avanti, di non perdere la speranza. Ma non è sempre facile mantenere i piedi per terra. La realtà dell’attesa e della macchina legislativa è dura. Ogni volta che il telefono squilla, il cuore salta un battito, solo per poi essere delusi quando non è la chiamata che speravamo. Ogni visita al tribunale, per un abbinamento, incontro conoscitivo presso altri tribunali italiani ed ogni aggiornamento burocratico sembra un passo avanti e due indietro. La burocrazia è un labirinto che sembra non avere fine, e a volte ci sentiamo persi e impotenti. Nonostante tutto, cerchiamo di rimanere positivi. Sappiamo che questo percorso, per quanto difficile, ci porterà alla gioia più grande della nostra vita. Grazie anche a M'AMA ci sosteniamo a vicenda nei momenti di sconforto, ricordandoci che ogni giorno che passa ci avvicina un po’ di più al nostro obiettivo. Abbiamo imparato a trovare gioia nelle piccole cose, a celebrare ogni piccolo passo avanti, per quanto insignificante possa sembrare.

 

Non c'è un modo semplice o migliore per approcciarsi al mondo dell'adozione.

Partiamo dall'iter burocratico, direi machiavellico , dalla mancanza di informazioni chiare, precise e universalmente riconosciute e condivise da tutto il sistema,  dalla scarsa competenza (talvolta) delle figure dell'equipe di zona che devono valutare la coppia con tanto di relazione finale da inviare al Tribunale dei Minorenni di riferimento ed ottenere la sospirata idoneità.. e intanto passano i mesi...e siamo solo ancora allo step iniziale! Se poi , come noi , si ottiene anche l'idoneità per l'adozione internazionale,  parte la caccia selvaggia alla ricerca dell'ente a cui affidare il mandato: diventa complicato districarsi tra i circa una trentina di enti riconosciuti dal CAI , suddivisi per macroarea regionale . La scelta diventa leggermente più semplice se si sa  già quale paese scegliere  poiché la scrematura nella ricerca  dell'ente è più rapida . Ma nel nostro caso è stato diverso perché non abbiamo mai cercato o scelto un paese: il nostro voler avere dei figli e dare una famiglia non ha barriere geografiche, culturali, religiose, etniche. Anche per l'adozione internazionale i tempi sono lunghi, e non si ha mai la certezza di avere le informazioni corrette riguardo età, stato di salute, esperienze passate dei bimbi.

Un altro aspetto da considerare è la poca formazione/informazione che viene offerta alle coppie , prima , durante e credo anche dopo (ancora non lo sappiamo) il processo di adozione : vengono abbandonate a se stesse e nel nostro caso , lo siamo stati per tanto tempo , ma grazie a M'AMa siamo entrati a far parte di una grande famiglia!!! Pur essendo da poco tempo nell'associazione ,ci ha accolto facendoci sentire a proprio agio, ascoltati e supportati!!

Infine vorrei porre l'attenzione su un'altra questione . Quando, poco fa , ho citato la scarsa informazione mi riferivo anche alla compilazione delle domande di adozione: infatti trovo assurdo dover scegliere  in maniera sterile, disinformata e soprattutto assoluta la disponibilità alla disabilità del bambino che possiamo tollerare, così a priori. Nel nostro caso nella domanda dovevamo barrare alcune caselle del tipo "disponibilità a disabilità reversibile lieve/media/grave" ,"disponibilità a disabilità irreversibile lieve/media/grave".. senza avere la più pallida idea di cosa stessimo esattamente scegliendo, poiché per esempio cosa è considerata disabilità lieve/moderata? Quali patologie ricadono sotto questo ventaglio? A meno che non si abbia una laurea in medicina diventa difficile immaginarlo e quindi siamo costretti a scegliere in base a sentimento e magari preconcetti, precludendo la scelta di un bimbo che magari avremmo potuto avere , con la corretta informazione.

Per concludere, vorrei dirvi però che, nonostante tutto io e mio marito rifaremmo altre cento, mille volte questa scelta guidata dal cuore.

 

Silvia e Marco 

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