Mia figlia ha avuto una mamma prima che la sua mamma diventassi io, una mamma che le ha voluto un mondo di bene ma che le ha fatto tanto male.
Mi è capitato tante volte che le (poche) persone che conoscono la sua storia, mi chiedessero se ero arrabbiata con la sua mamma biologica, se non la odiavo per quello che le aveva fatto, ma non
ho mai provato sentimenti di rabbia o di odio nei suoi confronti; ho sempre provato molta sofferenza nel pensare a quella che era la sua situazione e a quella serie sfortunata di eventi che
l’hanno portata ad un gesto così violento nei confronti della sua bambina.
Mia figlia si chiama “Vittoria”. Il nome è stato voluto dalla sua mamma per il significato importante che il suo nome ha: vittoria è colei che vince, “colei che vince sul male”.
La mamma di mia figlia aveva accolto la gravidanza di Vittoria come una possibilità di riscatto e di salvezza dalla vita tumultuosa e difficile che la stava trascinando a fondo:
ci credeva in questa rinascita, e credeva nel potere di questa bambina che cresceva dentro di lei di cambiare le cose. Non considerava la gravidanza come un’incidente, ma come un segno. Purtroppo
la mamma della mia bambina non è stata aiutata e supportata abbastanza.
Il sistema ha fallito con la mia bambina e la sua mamma, ed entrambe pagheranno per sempre il prezzo di questo malfunzionamento.
Già verso la fine della gravidanza ci sono state delle ricadute, e con il parto, la cosa è degenerata in modo pesante.
A fronte dei precedenti di abuso di farmaci della mamma della mia bambina, nessun servizio ha pensato bene di pensare ad un progetto di accompagnamento e supporto in questo
delicato momento della sua vita: aveva manifestato il grande desiderio di cambiare, e che non fosse in grado di farlo da sola, non è interessato a nessuno.
Dopo appena 3 settimane dalla dimissione dall’ospedale, Vittoria e la sua mamma, lasciate sole in questa nuova scommessa di avvio alla vita, sono corse in pronto soccorso, per un “incidente
accaduto alla bambina”.
Vittoria è stata scossa in modo troppo violento durante un momento di crisi da una mamma che l’amava.
Si, perchè io non ho mai messo in dubbio che la sua mamma l’amasse oltre ogni cosa.
Le conseguenze di quel gesto su Vittoria sono state devastanti: conoscete la “sindrome da scuotimento”? Accade anche a genitori senza fragilità, solo stanchi, o non consapevoli di quanto sia
pericoloso un gesto magari fatto in un momento di debolezza.
Vittoria resta ospedalizzata per mesi, nel tentativo di salvarle la vita. La sua mamma non la lascia mai sola, ma piano piano non regge il peso del senso di colpa, e DI NUOVO non viene supportata
da nessun progetto, nessun supporto psicologico che le permetta di elaborare quello che è accaduto, quello che ha fatto alla sua bambina.
I farmaci di cui era dipendente e che era riuscita ad abbandonare in gravidanza, diventano la sua soluzione alla depressione e alla consapevolezza di quello che aveva fatto, e delle conseguenze
su Vittoria.
Viene trovata svenuta nel bagno della stanzetta della sua bambina, viene segnalata in stato confusionale diverse volte, ma ancora non parte nessuna intenzione di supporto o progettualità.
La mamma della mia bambina si è alla fine tolta la vita.
Voleva talmente bene alla sua bambina, che non ha retto il peso della responsabilità di quello che aveva fatto.
Sono passati diversi anni, Vittoria è con noi da tempo oramai. Per lei la sua mamma sono io, è me che ha cominciato a chiamare con quel nome con le sue prime parole, sono io quella che lei “da
per scontata”. Eppure noi non abbiamo mai mancato di raccontarle della mamma che l’ha portata in pancia e che la amava oltre ogni cosa. La sua prima mamma c’è nei nostri racconti di ogni giorno
ed è per lei una parte naturale della sua storia.
Vittoria vince ogni giorno la sua sfida nei confronti del male, perchè va contro le diagnosi infauste che i medici che l’hanno accolta nei primi mesi dopo lo scuotimento avevano deciso per lei:
non camminerà, non parlerà, non vedrà più bene, non sentirà più bene, sarà epilettica a vita, il quadro cognitivo sarà quello del grave ritardo.
Vittoria invece parla, adora andare in bici, usa in modo proprio parole difficili per descrivere le sue emozioni (anche parola che gli stessi coetanei non riescono a riconoscere). E’ una bambina
felice e sorridente.
La sua mamma aveva visto giusto: Vittoria è una bambina che VINCE SUL MALE, e io credo che ci riesca anche per chi continua a metterci una buona parola con i “piani alti” (e lo dico da non
credente).
A chi continua a chiedermi se odio sua madre per quello che le ha fatto, rispondono che provo una grande sofferenza al pensiero di questa mamma lasciata sola, e che la rabbia la provo per il
sistema che ha ucciso una mamma e ha drammaticamente compromesso la vita ad una bambina con l’assoluta indifferenza.
una MammaMatta
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Stefania (domenica, 29 novembre 2020 15:19)
Una donna piena d'amore come te non può odiare,sei davvero una persona speciale. Grazie