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Storia di 4 accoglienze

Siamo una famiglia affidataria da più di 20 anni, abbiamo due figli biologici di 36 e 29 anni già sposati, e quattro figli di cuore. I più giovani 18 anni e 16 sono arrivati da noi 13 anni fa, mentre le meno giovani 26 e 24 anni sono da noi, la prima da 10 anni la seconda da più di sei anni.
Premetto che non abbiamo una casa grande, lavoriamo entrambi e non navighiamo nell'oro. Abbiamo iniziato questa esperienza, quasi per gioco, ci siamo ritrovati in casa un bimbo di colore di dieci mesi, perché la mamma era finita in ospedale a causa di crisi epilettiche. Questa breve esperienza ci ha aperto la strada e ci ha fatto capire che potevano aprire il nostro cuore e la nostra famiglia a chi non aveva una famiglia. Abbiamo iniziato con un ragazzo di 12 anni, per un affido diurno, poi con una ragazzina di 7 anni, sempre come famiglia di appoggio. Poi ci hanno chiesto la disponibilità per due fratellini, orfani di papà. Accogliere due ragazzini di 3 e 5 anni, può sembrare facile e bello, ma anche loro hanno il loro vissuto, le proprie ferite. Bisogna accoglierli, amarli, farli sentire in famiglia. Poi ci hanno chiesto la disponibilità per una ragazza di 16 anni. Qui le cose si complicano, bisognava accogliere una donna. Lei è arrivata da noi dopo il Natale del 2006, alla sua psicologa, che le aveva chiesto quale regalo volesse per Natale, le aveva risposto che lei desiderava una famiglia, in quanto erano più di 4 anni che viveva in una comunità. Nostra figlia, perché la sentiamo nostra figlia, era quasi in depressione, non si sentiva voluta e stava perdendo le speranze, di essere accolta. Con l'aiuto dei nostri figli di sangue abbiamo accettato questa sfida ed oggi lei è una persona felice, lavora, è molto responsabile ed è andata a convivere, con un bravissimo ragazzo. L'ultima è arrivata da noi ,13 giorni prima del suo diciottesimo compleanno, con un progetto che prevedeva una permanenza da noi per qualche pranzo o cena, perché erano 4 anni che viveva in comunità. Quando è arrivata, non ha più voluto andare via e pur di rimanere ha dormito per due mesi su un divano, finché non abbiamo trovato il modo di dare accoglienza anche a lei. Non so dove sarebbe finita se non fosse stata accolta da noi, forse su una strada, in quanto non aveva più contatti con la sua famiglia d'origine. Oggi è serena, lavora, grazie all'esperienza vissuta nella nostra famiglia ha ripreso i contatti con la propria madre, che ogni tanto va a trovare, ma poi telefona dicendo che ritorna a casa nostra. Questi sono due suoi messaggi che riempiono il cuore e ti fanno dire :" ne valeva la pena"

"Ciao....... , è vero che mi è mancata la famiglia, ma l'ho trovata grazie a voi, per me voi siete e rimarrete sempre la mia famiglia. Per quanto riguardo te ..........sono felice di non aver conosciuto mio padre, perché te mi hai trasmesso l'amore paterno, quello che cercavo sin da piccola, quindi ringrazio Dio per questo. Il legame di sangue non centra niente, mio padre mi ha abbandonata, tu no, è questo l'importante per me. Devo dire che mi mancate tanto, mi manca .............., le sue prediche, tutto il suo volermi bene, mi mancate tutti".


"Grazie......... e .......per avermi donato le cose più importanti nella vita.
Il vostro tempo, il vostro sostegno, la vostra attenzione, il vostro amore e per aver corretto i miei errori.
Grazie per tutto quello che avete fatto per me, in questi sette anni, senza aver mai pensato di chiedere un grazie.
Vi voglio bene, siete e rimarrete i genitori che ho sempre desiderato.
Ringrazio Dio per avermi donato voi. Un abbraccio".

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