
di Emilia Russo
Con la recente sentenza n. 33 del 2025 della Corte Costituzionale, l’Italia compie un passo significativo nel riconoscere il diritto dei single a presentare domanda di adozione internazionale, aprendo finalmente la strada al diritto di essere valutati in base alla propria idoneità genitoriale.
È un cambiamento che mi emoziona profondamente e che considero una rivoluzione sul nostro territorio perché, per la prima volta, il single ha il diritto – chiaro, riconosciuto – di essere valutato.
Fino ad oggi, il percorso di adozione per un single in Italia era quantomeno particolare. Da un lato, esisteva la possibilità di adottare in casi particolari, dall’altro, però, la normativa non permetteva una vera valutazione strutturata dell’idoneità genitoriale. Questo lasciava tanti aspiranti genitori single in una sorta di limbo, dove il desiderio di diventare genitori non poteva mai incontrare un vero riconoscimento formale.
Adozione sì, ma solo in casi eccezionali e senza una valutazione preventiva della propria capacità di accogliere, crescere, amare, educare.
Oggi, invece, le cose cambiano: grazie a questa sentenza, finalmente anche le persone single potranno essere sottoposte a una valutazione formale da parte di un’équipe multidisciplinare, che redigerà una relazione sull’idoneità a diventare genitori. Non si tratta solo di un passo in avanti sul piano legale: è un cambiamento radicale di prospettiva, che riconosce la possibilità di essere genitori anche al di fuori del vincolo matrimoniale. E soprattutto, che riconosce il valore della relazione.
Perché è proprio la relazione che può nascere, crescere e diventare fondamentale nella vita di un bambino, indipendentemente dallo stato civile dell’adulto che se ne prende cura. È in questa relazione che credo fortemente.
Nel cuore di questa “rivoluzione” c’è AFFIDIamoci, il progetto coordinato da Karin Falconi per M’aMa – Dalla Parte dei Bambini. Karin, che guida il progetto dal 2016, ha sempre sostenuto con forza l’importanza di accompagnare i single nel loro percorso di genitorialità, anche quando la strada era tutta in salita.
AFFIDIamoci non si limita a fornire informazioni tecniche o burocratiche: crea spazi veri, umani, in cui chi si avvicina a questo percorso – che sia per adozione o per affido – può trovare accoglienza, ascolto e accompagnamento.
Ogni persona single che arriva trova un sostegno concreto, che non è solo amministrativo, ma anche emotivo, psicologico e relazionale. Karin ha sempre creduto che la vera forza del progetto risieda proprio nella relazione: quella che si costruisce tra il singolo e il bambino, ma anche tra il singolo e gli operatori, tra chi affronta il percorso e chi lo sostiene.
Proprio in questi abbiamo contattato i tribunali per i Minorenni presenti sul territorio italiano (alcuni ci hanno già risposto), con l’obiettivo di comprendere come e quando sarà possibile attuare concretamente quanto stabilito dalla Corte Costituzionale. Vogliamo sapere se, come e quando i single potranno presentare domanda, come avverranno le valutazioni, quali linee guida saranno adottate. C’è bisogno di chiarezza, ma anche di coraggio.
Una strada si è aperta.
Ora tocca a noi percorrerla, con responsabilità, consapevolezza e tanta, tanta fiducia nella forza della relazione.
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