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Quando il minore muore l'affidatario non ha più diritti.

 

In base alla legislazione vigente, nel caso in cui un bambino in affidamento muoia, ogni prerogativa attribuita alla famiglia affidataria decade.

Tuttavia, Benedetta, nel doloroso contesto della prematura scomparsa della piccola V., condivide il suo vissuto, descrivendo come abbia sperimentato la sofferenza amplificata dalla separazione improvvisa dalla bambina amata e curata per due anni.

 

In seguito alla tragica perdita, Benedetta si è trovata privata di qualsiasi riconoscimento o coinvolgimento nei giorni immediatamente successivi al decesso della sua bimba in affido.

Avvisata in extremis della cerimonia funebre, ha comunque trovato la forza di impartire una benedizione telefonica, pronunciata dal vivo, mentre stringeva la madre biologica in un abbraccio, con l'intento di regalarle l'immagine di entrambe le figure materne unitamente nel dolore.

 

 

 

Avrei voluto scrivere la storia della mia dolce bambina quando era in vita ma ero sempre presa da fare mille cose per seguire e coccolare Vittoria che non ho mai preso tempo.

 

Ora la casa è vuota, il tuo lettino è vuoto, il tuo seggiolone nuovo fatto su misura per te per la tua schienina è vuoto…tutti i macchinari che mi servivano per te sono silenziosi e fermi…questo silenzio è assordante.


Mi ricordo sempre quel giorno di gennaio ero in macchina e mi ha telefonato Emilia delle MammeMatte: “C’è una piccola di 2 mesi sola in tin al Mayer te la senti ?” Ero felice ma anche impaurita… I primi di febbraio siamo venuti con babbo a conoscerti, ci hanno letto tutte le malattie che avevi, per noi solo parolone difficili che dopo, con il tempo, sono diventate familiari…ho detto: “voglio vedere la bambina”.


Siamo entrati in quella sala piena di culle con piccoli attaccati a fili e macchine, con mamme che le coccolavano e li amavano, laggiù c’eri te da sola con un’infermiera dagli occhi dolci che si prendeva cura di te, eri sola, bellissima, piccolissima, ci siamo guardate e subito amate. …Mi hanno chiesto “la vuoi in collo ?” Senza esitazione…si! Ci eravamo già scelte ! Mi chiama Emilia: “Allora, avete ancora paura”? “NO!”


Per tre mesi siamo venuti a conoscerti e soprattutto ad addestrarci per prenderci cura di te ! I tuoi fratelli e sorelle a casa ti a aspettavano, avevamo preparato tutto. Mi ero scritta tutto via via: come usare la macchina del latte, come cambiarti il sondino naso gastrico, come farti i lavaggi rettali, avevo paura a casa di non riuscire da sola anche se Silvia mi ha detto “ diventerà tutto abitudine” e così è stato, tutto era una routine. Chi si occupava di preparati il latte, chi ti cambiava, chi mi aiutava a farti i cateterismi, chi ti coccolava e baciava per ore, chi controllava quando eri nel seggiolone che tu non avessi qualche crisi. Eri la nostra principessa, eri diventata la bambina più fashion del Bambino Complesso e del Mayer, tutti ti conoscevano ! Ma quanto ho lottato perché ti prendessero in carico e ti seguissero ! Ognuno demandava il compito ad un altro perché non volevano farsi “torti a vicenda” ma la tua mamma che è una guerriera come te ha sempre lottato perché tutti i tuoi diritti venissero rispettati ! Ma questo non è niente rispetto a tutto l’amore e la gioia infinita che hai dato ad ognuno di noi, ci regalavi ogni giorno un sorriso e la forza di andare avanti e quando i problemi della vita ci soffocavano te e la tua presenza ci rendevi forte e tutto passava .


Eri tu la forza nostra non più noi per te …..Siamo stati lunghi giorni, settimane, mesi all’ospedale con te mentre lottavi come una leonessa e noi a turno li con te ma niente ci è pesato, tutto era gioia, ci bastava tu stessi bene .


Ti abbiamo portato al mare, hai conosciuto il sole, le montagne, l’acqua calda delle terme che ti piaceva tanto, hai conosciuto i nostri cani che ti guardavano proteggendoti, hai conosciuto i gattini che giocavano con te, hai conosciuto il nostro asinello che ti guardava con occhi innamorati …..


Poi quel terribile 22 febbraio…non stavi bene dal giorno prima …il saturimetro suonava spesso, ti ho portata dalla pediatra i parametri sembravano nella norma avevi un pò d’infezione ancora…abbiamo iniziato di nuovo l’antibiotico ma io vedevo che c era qualcosa che non andava…hai dormito tranquilla la notte anche se mi hai voluto fare l’ultima birbonata e la mattina alle 5:30 quando mi sono alzata per cambiarti e darti le medicine come tutti i giorni mi sono accorta che ti eri sfilata il sondino quindi tutto il lettino e te eravate sporchi di latte che era uscito. Così con tutto il mio amore ti ho lavata tutta cambiata e profumata, ho cambiato il tuo lettino ti ho dato le medicine e dopo un po’ il latte perché non sapevo quanto ne avevi perso, hai mangiato e ti sei riaddormentata fino verso le 10, il suono del latte mi ha detto che era finito, ho chiamato Agnese la tua tata che ti ama tanto, ti abbiamo presa in collo, due coccole e poi abbiamo preso il saturimetro per tenerti sempre monitorata e portata al piano di sotto per farti stare con noi. Eri seduta sul tuo seggiolone con l’ossigeno che ormai dovevi portare anche di giorno ma il saturimetro impazziva saliva, scendeva, scendeva, scendeva.


Agnese mi gridava “mamma sta male sta male!” Il 118, la rianimazione, 20 minuti della tua tata….l’ambulanza la prima poi la seconda con il medico a bordo …l’elisoccorso…50 minuti interminabili di rianimazione…poi un briciolo di speranza si è ripresa…siamo partite in volo io e te verso il Mayer che ci ha fatto conoscere e che ci ha allontanate per sempre perché alle 16:15 fra le mie braccia sei spirata….


Da qui il dolore nel dolore …per la legge dal momento che un bambino in affido cessa di vivere ogni potere e diritto della famiglia affidataria decade e ritorna ai biologici ….cosi non hai avuto nemmeno il diritto di tornare a casa tua. ..di fare il tuo ultimo viaggio verso le persone che ti hanno amata tanto in questi anni…non hai avuto il diritto di essere amata e coccolata come abbiamo sempre fatto. …di tornare nella tua chiesa. …dalla tua mamma! Sei rimasta fino al sabato nelle cappelline del Mayer con lo stupore e lo sgomento di tutti gli operatori…mamma ti ha vestita bella e speciale come sempre. ..siamo stati tutti lì con te. …poi ti hanno portato alla croce verde di Lucca perché i biologici stanno da quelle parti.


Sabato siamo venuti lì da te chiusa in quella bara bianca …non c è mai venuto nessuno a trovarti se non noi la tua grande famiglia….domenica ti abbiamo ricordato qui con una messa lunga e speciale tutta per te …c era tanta tanta gente che ti ha conosciuto e voluto bene ….lunedi il funerale in un paesino sconosciuto vicino Capannori ti abbiamo accompagnata noi in chiesa ..li la mamma biologica con occhi assenti ti aspettava e ha detto: “sono io la sua mamma!” Ma chi è la mamma colei che partorisce o colei che cura, ama, coccola consola? Le mamme sono entrambe ed io avrei voluto da sempre far partecipe in qualche modo anche la biologica che non sarebbe stata in grado di seguire Vittoria per tutte le sue patologie ma che forse avrebbe avuto un po’ di serenità.



Abbiamo letto io e i miei figli dei lunghi racconti che parlavano di te ….la domenica ho gridato giustizia …il lunedì ho ringraziato la madre biologica per averti messo al mondo contro tutto e contro tutti e per avermi dato la possibilità di amarti l’ho abbracciata e penso che questa unione abbia consolato lei ,anche i servizi mi hanno detto che le ho fatto un grosso dono e che finalmente era serena al pensiero di dove era stata la bambina in questi due anni e di quanto era stata amata, e ho fatto un grosso regalo anche a te Vittoria che hai visto le tue mamme insieme per te !Sei rimasta poi ancora sola per altri 2 giorni in una vecchia cappellina di questo cimitero disperso fra i monti a te sconosciuti…perché il brutto tempo non permetteva di seppellirti.


Mercoledì mattina senza neanche preavviso alle 8:30 mi chiamano che dopo due ore ti avrebbero seppellita, ancora un altro dolore, ancora un non rispetto per te e per noi: di corsa ho richiamato tutti i miei figli che erano a lavoro e a scuola siamo partiti in questa macchina piena di tristezza. Non ci sarebbe stato neanche un sacerdote durante la sepoltura, quindi ho chiamato Padre Riccardo un frate che ci vuole tanto bene e che ha amato anche te del Santuario del Frassine che si trova a pochi km da noi: per telefono in viva voce ha dato la benedizione e ha pregato con noi, poi la sepoltura, la croce dove avevo fatto mettere una tua foto bella e sorridente, anche la mamma biologica è arrivata è rimasta stupita e contenta della foto, mi sono avvicinata e le ho detto: “hai visto come era bella e felice!” L’ho abbracciata di nuovo, siamo rimasti un po’ a pregare per te perché i cimiteri sono la consolazione per chi rimane (e noi non abbiamo nemmeno quella, sei lontana e faremo di tutto per venire appena possibile ma avrei voluto averti più vicina, io che mi prendevo cura di te 20 ore al giorno, almeno per me sarebbe stato un triste e misero e umano modo di continuare a prendermi cura di te!).


Caro Angelo mio, hai portato tanto amore e unione spero che tutto questo non sia vano e lotterò perché questo strazio nello strazio non succeda mai più a nessuna famiglia affidataria. Tesoro mio, corri adesso fra gli angeli che qui non potevi muoverti, mangia tutto quello che desideri, veglia sulla tua famiglia e sulla tua mamma che ora è tanto disperata, fammi luce e fammi vedere il cammino che Dio ha scelto per me. Ti amo e ti amerò per sempre.


La tua mamma Benedetta❤️

 

 

 

Avrei voluto qui la mia V. ma io non ho diritti.

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